C'è la festa ma è una festa a metà. «La capolista se ne va» canta con passione una parte dello stadio, tiepide le curve.
Il Silenzio all'ingresso delle squadre in campo è dovuto solo per la morte di un capo utras, ma solo alcuni secondi, Segna McTominay, praticamente subito, ed esplode soltanto il settore A, perché proprio in quella porta ha fatto centro lo scozzese. Passa il tempo, il Como domina nel palleggio, non ci sono fischi. Nemmeno incitamenti agli azzurri che nella ripresa passano per la seconda volta con Lukaku e qualcosina si muove, però solo nel settore inferiore. La paura passa quando Neres insacca il terzo pallone e allora sì che può cominciare la festa, animi sciolti e passione che finalmente contagiano lo stadio. La forza di Lukaku Canta il Maradona e lo fa più nel secondo tempo che nel primo, chissà se impaurito o sorpreso anche dal Como, che indirizza il gioco e trova il pareggio. È sufficiente però il rigore di Romelu Lukaku a cambiare la scena: i mugugni del popolo napoletano si trasformano in applausi e incoraggiamenti. Tira un rigore centrale ma quello che importa è che segna e che allontana i fantasmi di una squadra neopromossa capace di dominare come nessuno aveva fatto finora a Fuorigrotta.
Lukaku ha fatto professione di fede, rinuncia ancora alla sua nazionale per ritrovare smalto e condizione fisica, i napoletani lo sanno. Big Rom dopo il penalty segnato cambia ritmo e umore. Tiene di più e meglio la palla, fa quello che Conte si aspetta da lui: ci sono sì gli applausi per Neres ma il boato è per Lukaku quando esce dal campo per la sostituzione.
Il ritornello tricolore Sono gli ultimi minuti che accendono finalmente il Maradona che il modesto Feliciani aveva indispettito: è una miccia che contagia tutti e immediatamente. Tornano ad ascoltarsi i cori storici: la capolista se ne va perché in effetti è così, il dato è parziale ma intanto il Napoli mette quattro punti di distanza con la Juventus e cinque con le due milanesi. Più che freddi numeri, è un'iniezione di fiducia e di autostima. Che magicamente ricompone il feeling tra squadra e tifoseria che accompagna il Napoli negli spogliatoi con lo storico ritornello tricolore “Abbiamo un sogno nel cuore”. Un coro, un gesto di passione che mai si era ascoltato nella passata stagione.