Nel 2019 non c’era più un deficit nel mondo del calcio europeo, ma si viaggiava su un utile complessivo di un miliardo. I debiti scendevano. Il fatturato aumentava come non mai: quasi 2 miliardi più dell’anno prima. Poi la calamità naturale. Il Covid. In questi due anni, il calcio europeo ha perso 8 miliardi di euro e 210 milioni di spettatori allo stadio. Ne parla la Gazzetta.
RAPPORTO UEFA
"Dal rapporto Uefa - Footballing Landscape - arriva una fotografia preoccupante (soprattutto per l’Italia) che virerà dal bianco e nero al colore soltanto tagliando i costi. Tra i cinque campionati top, l’Italia è il malato più grave. Rispetto a un fatturato di 2,6 miliardi, ha salari di 1,8 (70%) più 1,2 di trasferimenti. Oltre il 100%. Basta una parola: insostenibile.
Il calcio cresceva da venti anni: nel 2021 era previsto un valore vicino ai 25 miliardi, invece siamo a una stima di 20,4 come nel 2017.
Un discorso sugli utili: segno negativo non quantificabile ma superiore al miliardo.
Le perdite sono impietose. Tutti i dati sono indicati con una forbice (tra un minimo e un massimo) legata al rientro negli stadi. La prospettiva “favorevole” è di 7,2 miliardi di perdite, quella negativa di 8,1.
Voce “biglietti”: da 3,6 a 4 miliardi persi (a causa di 210 milioni di spettatori in fumo, di cui 140 nelle prime divisioni).
Sponsor e commerciale tra -2,4 e -2,7 miliardi.
I diritti tv non crollano, ma la botta è forte: perdita tra 1,2 e 1,4. E il fatto che si sia giocato quasi ovunque ha fatto risparmiare 2 miliardi di penali. A queste cifre dobbiamo aggiungere un altro miliardo e mezzo di euro perso dalle serie minori.
Un altro segnale della crisi è la contrazione del calciomercato. Quello estivo del 2020 è stato il 39% in meno dell’anno precedente, chi soffre di meno è la Premier che oggi rappresenta il 29% della spesa totale mondiale (era il 21%)"
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